29/11/07

 

Nelspruit e il carimbo!!!

La prossima stazione del nostro viaggio alla ricerca del carimbo fa tappa per il Sud Africa, a Nelspruit

Un altro mondo…il mio viaggio inizia alle ore 6 a prendere la navetta per il Sud Africa…essendo un viaggio lungo questa volta evito di mettere a rischio la mia vita…

Il pulmino mi pare serio, qualche crepa sul parabrezza, ma nel complesso ottimo..sedili ok…

È un servizio navetta, Maputo-Nelspruit-Maputo, per chi ha bisogno di visite mediche o fare compere….andata e ritorno in giornata…..ed è anche il viaggio dei carimbi..con me ci sono anche 2 canadesi di una NGO che vanno alla ricerca del carimbo perduto…

Il passaggio della frontiera segna il passaggio di due mondi…

Subito dopo il confine infatti spariscono i kioski dei venditori, iniziano subito le coltivazioni di canna da zucchero, aranceti, ananas, palme….il tutto in un paesaggio grazioso…

Non vi è traccia dei piccoli chiapa e i venditori informali sono raccolti in curate piazzette, ognuno con la propria casetta…con ordine e pulizia..

Nelspruit è una cittadina adagiata sulle colline, davvero incantevole…e dai centri commerciali enormi….in uno di questi riesco a recuperare ciò che il responsabile della Consolata aveva cercato per mesi a Maputo senza fortuna…

Infatti, mi riferiscono le gentili signore di mezza età che sono sul bus con me, che è usuale per i mozambicani nel fine settimana fare shopping in Sud Africa…e confermo dato che molte delle persone presenti nei centri parlava in portoghese!!

Passate le due ore, recuperati i malati all'Ospedale di Nelspruit, si ritorna verso il Mozambico…un salto davvero grande..tutti contenti….tranne i canadesi…a cui è stato negato il visto con motivazioni davvero pretestuose….li lasciamo lottare, con i responsabili della loro organizzazione, alla frontiera….

Auspico che le mie piccole osservazioni, che aprono finestre su mondi poco conosciuti, possano invogliare alla riflessione, allo studio, alla ricerca…invito soprattutto, ma non solo, i ragazzi delle scuole, e con loro i docenti, a commentare, a preparare ricerche che potranno essere divulgate sul sito….


 


27/11/07

 

Maputo-Maxixe-Maputo

Dopo una lunga odissea eccoci in Maputo, finalmente pronti per fare spese e riparare l'auto.

Alla Tata si prendono ben 3 giorni per darci un preventivo, ma la situazione è davvero difficile…

Insieme ad Agostino si esce presto la mattina per cercare utensili per la scuola…dischi, lame, toner…..e ci si confronta con le difficoltà nel reperire utensili di precisione…anche qui nella capitale..

Una città di livello europeo…molto bella con le sue avenidas dai nomi che evocano una stagione passata….avenida Karl Marx, Lenine, Mao….

Le giornate sono un frenetico girare e la sera si è stanchi…

La città è caotica, come tutte le città africane che ho visto , presenta le stesse enormi disparità…fianco a fianco vi sono i supercentri commerciali e le auto 4X4 e i barboni che rovistano nell'immondizia…

Mi pare una bella città, piena di palazzi…ma camminado per strada il passato coloniale ritorna…il nome Lorenço Marques può essere stato cancellato dalla toponomastica,ma rimane su tutti i tombini della città, segno che pochi investimenti sono stati fatti dal 1975…si vedono però molti edifici in costruzione…l'economia è in crescita e grazie ai legami con il Sud Africa il paese può certamente rifiorire, anche se parte da una situazione davvero svantaggiata, trovandosi al 172° su 177 paesi dello HDI di UNDP.

A conclusione di questa parte segnalo un'altra disavventura..stavo andando a fare copia delle chiavi per la scuola….a piedi, dato che il negozio è a circa 15 minuti dal mio alloggio preso la procura della Consolata.

Mi bloccano in 6, mostrano i documenti, polizia…chiedono i documenti..gentilmente mostro fotocopia carimbata del mio visto….non basta devono portarmi alla stazione di polizia…per quale reato ignoro…con gentilezza mostro i documenti di nuovo…mi chiedono che cosa ho in tasca e mostro la mia mappa di Maputo e i 100 MTn (circa 3 euro) necessari per la copia delle chiavi…la vista di così poco denaro da estorcere e la mia gentile fermezza fanno sì che io possa proseguire il viaggio verso il negozio..che poi era chiuso per mancanza di corrente….una altra brutta esperienza, che fa riflettere sulla arroganza della polizia, dovuta a basso livello del personale e alla enorme corruzione che piaga il paese….

Proprio in questi giorni ricorre il settimo anniversario della uccisione di Carlos Cardoso, giornalista ucciso per il suo attivismo contro la corruzione. (altro su Cardoso)

Sono temi che possono essere oggetto di approfondimento e che lancio ai ragazzi e ai docenti delle scuole, per stimolare il dibattito e la riflessione.

Sicuramente l'arroganza della polizia ha radice nel passato coloniale, dove se non erro, i non assimilati dovevano sempre portare con sé un documento di identificazione..

Le mie sono solo osservazioni così come la realtà appare e auspico vivamente possano essere spunto per la ricerca e l'approfondimento.

La domenica il viaggio verso Maxixe…

La sveglia alle ore 4 per partire alle ore 4.30 verso la Junta, ovvero il terminal centrale degli autobus.

In realtà questa altro non è che una piazza in terra battuta, che quindi con la pioggia si trasforma in una palude, in cui si parcheggiano con caos degno di un girone infernale, autobus sgangherati e veicoli più piccoli in partenza per ogni angolo del paese…

Appena arrivato mi viene chiesto dove devo andare e mi vengono fatti vedere almeno 5 bus differenti…il trucco è questo..non vi è orario, si parte quando il bus è completo…quindi un accorgimento è prendere i bus con tratte lunghe che devono per forza di cose partire ad un orario decente..

Ho addirittura il nome della compagnia, Nhancale…il bus che mi si presenta davanti è passabile..non esiste aria condizionata, radio o altro…i sedili sono piccoli, stretti, sporchi e rotti…e la gente è stipata all'inverosimile, e i bagagli occupano il corridoio centrale, i vani portabagagli e creano una torre pendente sul tetto del bus, che mi pare miracoloso non cada…sedie, tavoli…una sorta di arca di Noè…

L'attesa è d'obbligo e la partenza avviene solo alle ore 6.45…dopo alcune fermate in Maputo ci si muove verso Maxixe…

Gli odori, i rumori sono quelli tipici dell'Africa…vicino a me ci sono 2 bambini che mi guardano con i loro occhioni grandi…sono piccoli, fratello e sorella…e hanno una calma e una misura incredibili per la situazione….nel fare manovra il bus vicino centra le ceste del pane facendole rovinosamente cadere nello stagno formato dalla pioggia torrenziale della sera prima…

Ad ogni fermata i venditori ambulanti, già ampiamente presenti alla Junta, corrono verso il bus…e agitano ai finestrini la loro mercanzia…manga, gelo (Coca-Cola o Sprite o Fanta), acqua, arachidi..i più sofisticati anche liquori e vini, questo più nei centri maggiori…

Una economia di sussistenza e una reale sottooccupazione….non certo un mezzo per migliorare la propria condizione….

Il viaggio prosegue tranquillo fino allo stop per il banheiro…o casa de banho …ovvero in mezzo al bush ci si ferma e uomini e donne scendono dal bus per espletare le proprie necessità fisiologiche..senza molte remore…

Dopo questa parentesi il viaggio prosegue e sulle buche dopo Xai-Xai si balla parecchio e si mette a dura prova il bus….

Si passano paesi fantasma, dove rimangono solo gli scheletri degli edifici coloniali….piccole cittadine che vivono della strada…lunghi tratti vuoti..puntellati da capanne…

Alle ore 13.30 finalmente a Maxixe….solito assalto…

Qui alla sera sono invitato a presenziare ad uno spettacolo teatrale del Centro Giovanile di Maxixe..una bella iniziativa per raccogliere fondi per un ragazzo che aveva perso tutto in un incendio…

Lo spettacolo mi ha profondamente colpito..un pezzo di una violenza e una crudezza forti….un collega di lavoro corrotto tiranneggia e minaccia l'altro perché si prenda la responsabilità di ammanchi in azienda…si arriva alla violenza fisica, alla rapina, al sequestro della moglie…la vicenda si conclude con il suicidio dei coniugi….che fino alla fine sopportano piegati le angherie e arroganze…

Ciò che mi ha colpito è, a parte le risate nei momenti di maggior tensione, ma questo è un modo credo di sdrammatizzare, la realistica rappresentazione della violenza, quasi direi naturale, nei modi, nelle parole…segno, credo, che i germi della violenza ancora sono forti dopo anni di guerra…

Il giorno dopo è il giorno della verità per il mio visto…

Accompagnato da Virgilio, qual nome più profetico, vado alla migrazione…qui, novello Dante alle prese con i gironi infernali, devo ritirare il mio passaporto…ovviamente la coda è chilometrica e le signore invece di attendere le persone se la contano bellamente…

Con una arroganza e sufficienza che indignano ho visto rigettare pratiche, perché la foto non è chiara (e devi andare dal fotografo qui all'angolo), manca una cosa…senza spiegazioni e con modi indegni…

La riflessione che mi è venuta spontanea è sul servizio pubblico....l'impiegato pubblico è qui titolare di un potere e lo esercita con arroganza….e non vive invece, come dovrebbe, il suo ruolo nella dimensione del servizio al cittadino…anche in Italia il processo è stato lungo...leggi come la Bassanini, una forte presa di coscienza del cittadino, le figure del mediatore civico…sono conquiste del recente passato…

Comunque atteso il mio turno consegno la ricevuta e attendo con pazienza il mio passaporto..un sorriso e un augurio di buon lavoro sorprendono la arcigna impiegata..

Il primo passo è compiuto e quindi mi avvio verso la stazione degli autobus per ripartire alla volta di Maputo, da dove dovrò partire per il Sud Africa, per carimbare il visto!!

Il viaggio seguente è la sintesi di tutto ciò che può succedere quando si viaggia in Africa e apre uno spaccato su questo paese…

Il primo pulmino che parte è un piccolo Toyota vermelho…in condizioni decenti…il parabrezza crepato, qualche ruggine di troppo ma ok…

Mi accomodo avanti di fianco al motorista, in modo da avere qualche cm in più e non essere schiacciato dai bagagli…

Al sole quasi tropicale di Maxixe si attende per 2 ore….dalle 8,30 alle 10,30…..perchè il pulmino deve essere pieno..ben stipati si parte…

Sosta per il rifornimento e poi via…subito la polizia ferma il pulmino….l'agente con passo lento gira intorno al mezzo, ispeziona le carte…osserva e poi sentenzia…ci sono troppi passeggeri…l'autista scende irato e inizia all'ombra della palma una discussione che intravedo dal finestrino…e come per magia tutto si risolve…con stretta di mano e ampi sorrisi…inutile dire perché…

Si riparte!! Ora una ruota dà segni di cedimento…è sgonfia…ma non l'avevano gonfiata a Maxixe…si rallenta e finalmente si giunge al primo distributore…

Nell'aria , a volume massimo, ci sono melense canzoni brasiliane…dabbo dire però belle…

Il bus si ferma poi per gli acquisti dei passeggeri..una signora chiede manghi e ci si ferma alle bancarelle lungo la strada….la comitiva approfitta anche per una sosta al bagno dello stesso tenore di quella descritta precedentemente…

La strada si fa dissestata e ora la musica cambia…ora si sente un techno-dance terribile e spacca timpani…ma serve all'autista per non addormentarsi…e quindi ben venga…qui naturalmente gli autisti sono unici…anzi ora mi dice il nostro questo servizio è buono..prima doveva percorre i 450 km (6-7 ore) e poi andare in Sud Africa e rientrare…ora solo la spola Maxixe-Maputo

Sulla strada un camionista ci ferma e chiede di portare a Maputo dei fogli….lascia il numero di telefono e da appuntamento alla junta per raccogliere i documenti…mi pare rischioso…

Dopo un buon quanto d'ora ecco che squilla il telefono….si è confuso con le cartelline dei documenti e sta cercando un passaggio per raggiungere il bus…ulteriore fermata e attesa….

Arrivati a Xai-Xai una signora da dietro fa sapere che deve fermarsi a prendere delle cose da portare a Maputo, ma che l'amico la aspettava ad una stazione di servizio già passata…consultazioni telefoniche…e si prosegue questa volta…avrebbe dovuto dirlo in anticipo….ma anche qui emerge una certa qual progettualità alla giornata….che ho già riscontrato in Kenya e Tanzania…e che rende difficile lavorare…

Si passa il maestoso Limpopo e la strada si fa buona….alla techno si alterna musica tipica locale e altro techno….il motore inizia a bollire…arriviamo ad un distributore..

E ci si accorge che mancano acqua e olio…l'acqua arriva da una tanica al volo…l'olio costa troppo al distributore e quindi lo si compra da una bancarella al volo, messo dentro una bottiglia di coca-cola..un bel litro e mezzo di olio nel motore non si sa di qual qualità e via di nuovo verso Maputo..

Durante il percorso siamo fermati almeno altre 5 volte dalla polizia…e non si contano i sorpassi, le sbandate e i numeri del nostro autista…

Finalmente Maputo…scendono via via i passeggeri…il signor Pasqual, che parla qualche parola di inglese, la senhora Fernanda, tipica mama africana con il carico di radici,mango, borse e borsette…

Alla Junta, nel caos terribile, corro a prendere una chiapa,l'equivalente del dala-dala della Tanzania o del matatu del Kenya…un Toyota a 14 passeggeri (in teoria) adibito a veicolo pubblico…il ragazzo urla alle persone in attesa la destinazione, museu…e stipa le persone nell'angusto spazio…l'odor di umanità è forte…

Mi ritrovo stretto fra la finestra, un ragazzo con le sue borse e l'immancabile big mama….mentre il bigliettaio, con mosse da far invidia ai più esperti Tanzaniani e Kenioti, è con mezzo corpo fuori del mezzo…

Si vola sui viali di Maputo, saltando le auto, facendo la gimkana nel traffico e rischiando il contatto molte volte…

Finalmente il Museu e la mia destinazione…

Sul pulmino rifletto sulla durezza della vita a cui sono sottoposti i mozambicani o tanzaniani o kenioti…ore nel traffico…costretti a prendere questi mezzi la mattina presto per venire al lavoro e rientrare tardi nelle periferie….stipati quasi come sardine..senza cinture di sicurezza..e parlare di sicurezza è davvero arduo…

Anche se non è la prima volta sconvolge sempre la durezza e le avversità a cui sono sottoposti quotidianamente…e questo meriterebbe una seria riflessione che lascio ai lettori..

A Maputo ho visto mezzi pubblici e alla radio sento che la TPM vuole potenziare le linee..lo auspico vivamente..

Il prossimo passaggio è il Sud Africa per ottenere l'agognato carimbo!!







24/11/07

 

Articolo "La Stampa"


Si segnala un altro articolo apparso sul "La Stampa" di Torino, scritto dal dott. Maurizio Regis, che ringrazio per l'attenzione dimostrata per il progetto.



 

Viaggio a Maputo-Inhambane e Maxixe-Parte II


Dopo la prima giornata, sveglia alle 6, come sempre qui in Mozambico per essere attivi sin dal mattino presto.

Andiamo in Curia, dove attendiamo il Vescovo per la firma dell’agognato documento….
Si poi deve andare a Maxixe e si va con i tanti barchini che fanno la spola fra le due città, attraversando la baia….

Una avventura nella avventura…..fortunatamente io continuo a portare la macchina fotografica con me, anche nei momenti duri e difficili..così posso documentare passo passo l’esperienza….
Si inizia con l’attesa tipica di ogni mezzo pubblico africano..in quanto senza essere pieno nessun mezzo si muove…il pontile è una vecchia struttura di cemento armato in ristrutturazione, dove i ragazzini cercano di pescare e migliaia di persone passano ogni giorno con i loro carichi di cose e di vita…

Un fiume in piena sul mare…

Il motore sembra ok..anche se tossice un po’ alla partenza e ha bisogno di svariati tentativi….la barchetta è una barca in legno, con il fondo con acqua, in cui sono stipate almeno 30 persone e bagagli, sotto una copertura di plastica rattoppata…20 minuti di traversata…

All’ufficio immigrazione..coda immane..e la signora dopo aver analizzato i documenti trova errori…ora è necessaria una traduzione con il timbro di un traduttore ufficiale mozambicano, e la traduzione del mio certificato penale, tradotta e asseverata in Italia non è riconosciuta..la signora lapidaria ci dice che non è portoghese quello…si parlamenta…ma manca il carimbo e non si può fare niente…anche la lettera del Vescovo ha un vizio e deve essere rifatta…

Chiedo consiglio su un traduttore e mi viene detto di andare in un ufficio ad Inhambane….cosa semplice per chi è da 1 settimana in Mozambico….

Altra corsa in barca a Inhambane e questa volta il barchino è ancora peggio dell’altro..solito affollamento, soliti bagagli in eccesso…per avviare il motore viene tolta la protezione, tenuta insieme con del nastro adesivo e il nostro marinaio, in uniforme che ricorda quella di Braccio di Ferro, si prodiga con una corda mezza marcia…che pure si spezza nel processo di accensione!!

Con lentezza andiamo verso Inhambane e sul barchino vedo un signore che era all’immigrazione…si parla e si scopre che è un “trafficone” che si occupa di rapporti con le amministrazioni locali per conto di alcuni mzungu….proprio della zona di Inhassoro….

Ci indica con gentilezza il sito del traduttore ufficiale, un signore sudaticcio e grasso, che si mette all’opera sul mio certificato penale….

La traduzione che ne esce è la stessa identica fatta in Italia, tranne una parola….ma appone il carimbo di traduttore ufficiale e consegna regolare ricevuta davvero salata…

Di corsa perché gli uffici pubblici chiudono alle 14 corriamo dal Vescovo, recuperiamo le carte e ci rechiamo nel nostro ufficio notarile, ad autenticare la fotocopia di tutto quello che abbiamo ottenuto oggi…

E poi di nuovo sul pontile…

Questa volta la barca si chiama Esperança…una casetta con tanti banchi di scuola messa su una barca….saliamo…e attendiamo…il motore cigola…ma si attende..un odore di gas sale, ma l’equipaggio è tranquillo…e del resto la regola vuole che se ogni barca abbia il suo turno per partire..non si può optare per altre….si parte dopo una attesa snervante..senza acqua né cibo dal mattino..

La barca rallenta per evitare le secche formate dalla marea..un’ora per attraversare la baia…l’ufficio aveva già chiuso da un’ora e quindi si deve attendere fino a martedì dato che lunedì è festa della città..un altro stop..

Con pazienza ci avviamo dai padri della Sacra Famiglia e ho il piacere di conoscere una esperienza che sarà molto utile ai fini dell’attività da svolgere..

I padri gestiscono una Università, un grande centro giovanile e sono il punto di riferimento della città….la Università è di ottimo livello, aperta alle collaborazioni, vi insegna anche l’imam della locale moschea, vibrante e moderna….

I giovani che vi lavorano sono il volto nuovo del Mozambico…essendo forzati alla sosta mi metto nella dimensione dell’ascolto e della conoscenza per non perdere tempo e a disposizione per ogni evenienza…concordiamo con i padri una visita ad un centro professionale in costruzione a 20 km da Maxixe.

Sabato trascorre tranquillo…in mattinata approfittiamo per una escursione con i seminaristi ad una spiaggia vicina ad Inhambane…incantevole….ma mi viene spiegato che solo pochi anni prima la spiaggia era molto più grande….infatti si vedono molti alberi sradicati e case abbandonate sulla spiaggia….

È un modo semplice e imediato per scontrarsi con il fenomeno del riscaldamento globale, le cui conseguenze sono molto spesso pagate dai paesi del Sud del Mondo…non ho le competenze tecniche per disquisire su questi argomenti, ma invito alla riflessione su tale tema e ad interrogarsi sui nostri stili di vita.

La domenica durante la celebrazione vengo presentato ai giovani della comunità…una usanza tipicamente mozambicana quella di presentarsi quando ospiti in una comunità….

Lunedì poi si visita il centro di formazione professionale di Mongue, dove opera padre Vittorio, coadiuvato da Marcelo Funes,che aveva collaborato anche al progetto Acli.

Il paesaggio è meraviglioso..su una collina che domina la baia si erge la vecchia missione gesuita e le fondamenta del centro professionale…Agostino aiuta nella riparazione di alcune macchine, mentre io aiuto nella parte informatica…

Anche se non sono ad Inhassoro, non per questo non presto la mia opera….

Arriva l’agognato martedì e la coda alla migrazione..questa volta cambia impiegata ed è pure peggiore dell’altra….vengo trattato con sufficienza e una così mala grazia che mi addolorano profondamente…

Pago quello che c’è da pagare e ottengo una ricevuta per ritirare il mio foglio il lunedì successivo….

Salutati i padri e le suore brasiliane, si parte per Maputo…una lunga tirata di 400 km…guido per la maggior parte del tempo per dare fiato ad Agostino….si passano le coltivazioni di canna da zucchero…il maestoso ponte sul Limpopo….il paesaggio cambia e le palme pian piano si diradano nel viaggio verso sud….la strada ora è buona, anche se è dura guidare la cara Tata, messa non proprio bene…

Evito i controlli della polizia e un pazzo che si lancia in mezzo alla strada con un mezza capra in mano….

Alle ore 17 e 30 finalmente Maputo!!

 

Viaggio a Maputo- Parte seconda- Inhambane e Maxixe-giorno I



Dopo le avventure del rolamento, il viaggio per Maputo si ferma presso le due città principali della Provincia, unità corrispondente più o meno alla nostra Regione.


Il problema da risolvere è il permesso di soggiorno di chi sta scrivendo.


Ancora una volta si chiede ospitalità a comunità missionarie.


La prima è quella della Sagrada Familia, di Maxixe. È una bellissima comunità, formata da religiosi e religiose giovani, vitali, un bel volto della Chiesa, fuori dallo stereotipo comune.


Mi avvio all'ufficio immigrazione e con pazienza,attendo il mio turno nelle code chilometriche che contraddistinguono qualsiasi ufficio pubblico. Un atmosfera degna dei romanzi di Kafka....


La signora con cui parlo non è delle più amichevoli, e sinora devo dire che quasi tutti i rapporti con le amministrazioni mozambicane mi hanno dato una impressione assai negativa.


Ci servono una lettera del Vescovo e un foglio del PIC, centro investigazioni criminali.


Armati di pazienza ci dirigiamo verso Inhambane, cittadina situata di fronte a Maxixe, al di là della baia.


Lo spettacolo è davvero incantevole, ma non c'è tempo per fermarsi,presi dalle mille faccende burocratiche.


La prima tappa è la Curia, dove l'economo generale, padre Adriano si sincera di farci avere per il giorno seguente la dichiarazione del Vescovo, debitamente firmata e timbrata dal Ministero per il Culto.


Nel frattempo tappa verso la PIC, dove ci dicono di fare una richiesta scritta al direttore, in carta autenticata. La corsa ora è al centro notarile….


Un enorme edificio di origine coloniale dove regna sovrano Sua Maestà il Timbro.


La sala è enorme e davanti al bancone vi è una coda interminabile di persone in attesa di autenticare copie. Le impiegate sudano nell'afa pomeridiana di Inhambane e con lentezza estrema si muovono a ricevere le persone....


Pazientiamo in attesa del nostro turno e con calma impossibile i nostri fogli vengono visionati,portati ad una scrivania dietro il bancone, analizzati e poi inizia la sinfonia dei timbri..con maestria e in rapida successione ecco i 3 carimbos e poi quello più importante….il timbro a secco..che attende dal suo tavolo ben in vista tutti i documenti per imporre il suo marchio incancellabile su di essi….


Con tutte le dovute carte ora ci aspetta il PIC e qui debbo dire trovo professionisti seri, che trattano con gentilezza e spiegando le cose.


La struttura è ubicata in uno stabile un po' cadente….sedie e scaffali sembrano spettri della antica amministrazione coloniale....mi si avvicina una signora che prese le mie due mani inizia a prendermi le impronte digitali, prima su un foglio, poi un altro….come ad un ricercato che si rispetti..


Dopo che le mie mani sono un lago di inchiostro chiedo di poterle lavare ed entro in un bagno davvero terribile….non hanno acqua corrente e l'unica acqua per lavarsi giace nella vasca da bagno, che più che vasca da bagno sempre uno stagno da bagno…l'odore acre di urina penetra il naso…


Questo mostra come siano dimenticati gli uffici pubblici e come la mancanza di fondi e risorse poi sia uno dei motivi della strisciante corruzione....


Dopo aver salutato il chefe, una persona davvero gentile che meriterebbe di più, finalmente abbiamo i pezzi di carta richiesti.Una giornata di corsa fra uffici….e tanto esercizio di portoghese e di conoscenza….


Alla sera siamo ospiti del seminario diocesano. Qui vive padre Adriano, un italiano, che vive una vita semplice e di completa condivisione con i seminaristi mozambicani…una bella squadra di circa una decina di ragazzi….


La sera, dopo la cena e prima della chiusura del seminario, ho la possibilità di fare una passeggiata a piedi per Inhambane….la sera….una opportunità che in molte aree urbane africane è impossibile per i problemi di sicurezza….


Inhambane, conosciuta come terra della boa gente…appellativo coniato da Vasco da Gama all'approdo in questi lidi….passegiare su un lungomare con le palme, lastricato, con le panchine....i pergolati di buganvillee….le coppie a passeggio come in ogni cittadina….le persone che portano a spasso il cane….


Nessun problema e nessuno che ti insegue cercandoti di vendere qualcosa o chiederti qualcosa….


Il lastricato in alcuni punti ha ceduto..i pergolati hanno ceduto..alcune panchine sono rotte….ma tutto è ancora agibile....fermo purtroppo al 1975....ma la gente non ha perso le proprie caratteristiche, dopo una dura guerra contro il governo coloniale portoghese e la guerra civile.


Una bellissima città.




 

Articolo segnalato dal sito del Sen. Luigi Bobba

Segnaliamo un altro articolo sul progetto e sulla mia partenza, pubblicato sulla Gazzetta e ripreso dal sito del Senatore della Repubblica Luigi Bobba, ex-presidente nazionale delle ACLI, che ha fortemente voluto il progetto e che è da sempre in prima linea impegnato nella promozione e nell'aiuto del progetto Mozambico.
Si ringrazia sentitamente per il grande sostegno e si ringrazia anche Umberto Cena, autore dell'articolo.
Per visualizzare l'articolo completo si rimanda al link : http://www.luigibobba.it/index.php?mod=news&act=dettaglionotizia&id=786

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23/11/07

 

Alla scoperta del Mozambico


Si inizia con questo post un viaggio ala scoperta del Mozambico. Una lunga marcia che ci porta da Inhassoro fino alla capitale Maputo, lungo 800 km costellati da contrattempi, difficoltà, belle scoperte e persone di enorme valore.

Insieme a me, spero che possiate iniziare a vivere un po' di questo paese, attraverso il mio processo di scoperta. Un modo di capire l'Africa insieme ad in ragazzo come voi.

Tutto è iniziato con sveglia all'alba dai colori che sempre affascinano.

Caricati io e Agostino Lanza siamo partiti alla volta di Maputo. Agostino è perito industriale italiano di lunga esperienza in Mozambico che presta servizio nella scuola professionale di Inhassoro, come formatore.

Nostri obiettivi erano la riparazione dell'auto della scuola, alcune spese per la scuola e la burocrazia necessaria per il mio visto.

Imbocchiamo la EN1, la grande strada nazionale che taglia da parte a parte il paese, e iniziamo il viaggio, schivando le buche che insidiose si parano sulla strada e osservando il secco e brullo paesaggio fra Inhassoro e Vilankulo.

La strada nella prima parte si fa sempre più piena di buche e, improvvisamente una gallina volante si immola, facendo sicuramente la felicità di qualcuno quel giorno. Presagio però di sventure in arrivo.

Un calore sempre più forte inizia a provenire dalla ruota destra, e si decide di rallentare.

Superiamo i villaggi, poche capanne scarse sul ciglio della strada, passiamo le file di donne che vanno a zappare, i bambini che salutano, mentre i baobab che si fanno sempre più radi e la vegetazione scarna e quasi bruciata dal sole cocente.

Dopo un tratto buono di strada inizia una parte davvero terribile, che costringe ad entrare ed uscire dalla sede stradale per evitare i crateri che si aprono sulla strada. E si inizia a sentire un rumore sinistro di ferri che sfregano….un sinistro sferragliamento che non lascia presagire nulla di buono.

Rallentiamo, superati anche dai catorci che si vedono solo sulle strade dell'Africa. Naturalmente non si può fare affidamento sul soccorso stradale, ma solo sperare di riuscire a raggiungere la città più vicina.

Sotto il sole, con il fiato sospeso e un po' di tensione, passo passo sempre fra un rumore di ferraglia ci avviciniamo a Massinga, una piccola cittadina, che ospita una missione della Consolata.

Con sollievo svoltiamo nella avenida che conduce alla casa e là veniamo accolti dal padre Arlei, un brasiliano, con molta gentilezza e disponibilità.

Nel perimetro della proprietà vi è una grande chiesa, risalente al tempo coloniale, dai vetri azzuri, la casa parrocchiale, un bell'edificio a L e nell'ampio giardino ove crescono rigogliosi manghi, una costruzione in ristrutturazione adibita a salone, biblioteca, unica nella città e centro formazione.

Subito con solerzia io e Agostino iniziamo a smontare la ruota, senza nemmeno le chiavi adatte allo scopo. Ma l'ingegno umano e sana pratica riescono dove non si sarebbe sperato. Con martello e scalpello. Il danno è grave ed è costretto ad intervenire Pedrito, il meccanico di fiducia della missione, che analizza con fare serio il danno.

Il cuscinetto, è completamente distrutto e la ruota ha rischiato seriamente di staccarsi o bloccarsi durante la marcia, con le conseguenze immaginabili. Dall'analisi del problema si capisce che sarei potuto morire….ai 90 kmh senza cuscinetto con la ruota tenuta solo dai freni e che con il movimento che fregava il freno scaldandolo a dismisura…

Padre Arlei sentenzia…estamos mal mas vamos bem..

La macchina viene portata nella officina del paese, ovvero, una tettoia in makuti, fra le palme e le baracche....con i segni della modernità che avanza....qualche pannello solare e antenne che cercano di captare i segnali tv quasi sospese fra i rami delle palme e dei manghi.

Tutto intorno i tipici segni della officina....auto a pezzi, rottami, l'odore dell'olio, il rumore degli strumenti all'opera e al centro la Tata sotto i ferri di Pedrito.

I pezzi sono sbriciolati come una pappetta…e per liberare il pezzo dobbiamo tagliare il cuscinetto ormai fuso insieme con la ghiera di fissaggio(un alberino della ruota)-non sono un gran tecnico e non me ne vogliate…

La sorte ci è propizia…a Massinga infatti vi è erogazione di corrente elettrica solo poche ore al giorno, ma fortunatamente oggi ci viene concesso qualche minuto in più e quindi, riusciamo a liberare l'alberello...

Poi si corre a cercare il pezzo..impresa ardua nel mezzo del Mozambico....ci si reca dal nigeriano, un immigrato che ha messo su un piccolo negozio di ricambi....il negozio è una piccola costruzione con il tetto in lamiera, afosa, buia e polverosa…

L'omone,si alza e a spanne misura il nostro cuscinetto rotto…e poi rimane in silenzio e se ne esce con un cuscinetto uguale identico! Un miracolo!

Recupero grasso e benzina per il meccanico e poi da Pedrito, che a mano con scalpello e martello monta il cuscinetto.

Al ritorno in missione lo si salda, come da consiglio del meccanico, per rinforzare una struttura precaria.

È sera e si stanchi….si conversa in portoghese al fresco della sera….e mi stupisco della mia capacità di capire...ho fatto molto esercizio oggi.

E nel mezzo delle palme ho visto un uomo che lavora con enorme serietà, capacità e dedizione….un bello smacco per i tanti luoghi comuni sull'Africa… .

E ricordo di Onyango in Kenya, Moses, Godson in Tanzania....uomini incredibili che lottano....








13/11/07

 

I vostri commenti


Ecco una immagine della scuola vista frontale.

il padiglione centrale è quello che ospita la direzione e il centro informatico

Quello sulla vostra sinistra è invece il padiglione della falegnameria.

In questo periodo l'attività didattica è ferma, in quanto è periodo di esami. Le stagioni, nell'emisfero sud sono ribaltate e ora è estate.

I docenti sono impegnati nei consigli di classe e l'attività ferve per preparare i cartelloni con le votazioni finali, tanto agognate dagli studenti.

Pian piano entremo insieme sempre più nella scuola e impareremo a conoscerla.

Una della finalità del sito/blog è mettere in contatto le due realtà e quindi invito a scrivere per per chiedere informazioni, argomenti da trattare o esperienze che desiderate condividere.

webmaster.fpem@gmail.com

Vi aspettiamo!

 

E per prima cosa le presentazioni


Io sono Samuele Tini,27 anni, volontario servizio civile internazionale, di stanza qui alla Scuola Professionale "Estrela do Mar". L'organizzazione con cui sono partito si chiama IPSIA, Istituto Pace Sviluppo Innovazione-Acli, la organizzazione non governativa delle ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani).

La mission di Ipsia è trasformare in iniziative di cooperazione internazionale esperienze e valori di associazionismo popolare.

Dal 1985 Ipsia promuove iniziative che uniscono associazionismo, formazione-professionale e non-e sviluppo sociale costruendo legami di solidarietà fra i popoli. E la sua azione è rivolta principalmente ai giovani e alla loro ricerca di orientamento e futuro, nell'impegno per uno sviluppo sostenibile, per la convivenza civile e per la pace.

Per questo anno sarò compagno di viaggio per contribuire ad aprire finestre su un mondo poco conosciuto e di cui spesso si ha una visione stereotipata.

Insieme a me ci sarà il webmaster, Oscar Sanchez, colombiano, che ha già passato un periodo ad Inhassoro come formatore per la parte informatica.

E poi l'ing.Michele Lepora, che coordina le attività del progetto.

Un trio all'insegna della multiculturalità, ne fanno parte infatti 2 italiani, di cui uno in Africa e un sudamericano.

su questo sito si incontrano 3 continenti e e si aprono spazi per educare alle relazioni giuste.

E invito sin d'ora a partecipare con richieste, informazioni, domande al ponte di dialogo che stiamo lanciando!

Posto poi un articolo apparso sul "Corriere Eusebiano" che presenta la mie attività e também un poco anche me! Un grazie ad Arianna Bobba per l'articolo.

Até logo (a presto)


09/11/07

 

VISITA FIRST LADY DEL MOZAMBICO AD INHASSORO



7 novembre 2007.

Per la prima volta Inhassoro è stata visitata da una delle più alte personalità della Repubblica del Mozambico, la first lady Maria da Luz, moglie del Presidente Armando Emilio Guebusa.

La moglie riveste un ruolo pubblico, in quando il suo ufficio particolare è responsabile per attività di assistenza e opere caritative.
In quest'ottica ha visitato il centro di accoglienza per i bambini orfani e di strada che è gestito dalla Parrocchia Sant'Eusebio di Inhassoro insieme all'ospedale della città, uniche due tappe della sua giornata nella cittadina.
La visita è stata seguita da ali di folla festante curiosa per l'evento di portata eccezionale.
La First Lady è rimasta favorevolmente colpita dalle attività della Missione e ha visitato il luogo dove i bambini vivono e si è interessata personalmente delle loro difficoltà.
Per l'occasione erano presenti i ragazzi della Scuola Professionale "Estrela do Mar" e una alunna ha donato un set da cucina realizzato dalle ragazze del corso di Sartoria, dono che è stato molto apprezzato dalla First Lady.
Questa ha altresì donato ai bambini del Centro Accoglienza cibo e vestiti.
A tutta la cerimonia è stato dato ampio risalto sui media nazionali, scatenando entusiasmo fra tutti i ragazzi del Centro e della Scuola.

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