26/05/11

 

Forza Gigi!!!!

Ricordando tutto il tempo che hai dedicato a Inhassoro e alla realizzazione del progetto della scuola Industriale e Comercial Estrela do Mar, l’intero istituto, Inhassoro e la gente che qui ti ha conosciuto vuole manifestare il suo sostegno in questo momento importante per la provincia di Vercelli, che la prossima domenica é di nuovo chiamata a votare il suo Presidente.
Grazie a questo tuo costante impegno, oggi piú di 400 ragazzi mozambicani hanno la possibilitá di studiare, di imparare un mestiere e costruire il proprio futuro.

Luigi Bobba insieme ad alcuni studenti
mozambicani della Escola Estrela do Mar



Quindi semplicemente Boa Sorte e Forza Gigi!!!








24/05/11

 

Dopo una Lunga Attesa Finalmente di nuovo ONLINE



Ormai da qualche settimana, Ipsia in Mozambico é ritornata online. Infatti grazie all'intervento del Presidente Michele Lepora é stata installata una parabola satellitare che attualmente offre un ottimo collegamento all'ufficio di Ipsia e a quello della direttrice della scuola.
Si spera al piú presto di poter estendere il servizio anche agli insegnanti e agli studenti.

Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato alla riuscita di questa piccola conquista.

Nelle foto a lato: Michele Lepora e un volontario della Missione Mario Ceridono, durante l'istallazione della parabola

18/05/11

 

Ingerire la cultura tradizionale Africana in un sol boccone!!!

La scorsa settimana ci siamo assentate da Inhassoro per frequentare un corso di formazione sulla cultura tradizionale africana e in particolare sul Mozambico. Inutile dire che sia stata un’esperienza ineguagliabile, di arricchimento culturale ma soprattutto umano.
Ci siamo infatti ritrovate “in mezzo all’Africa” come si suol dire, in questo posto: Guiua, che é possibile raggiungere solo con mezzi propri o a piedi siccome la chapa (mezzo di trasporto locale), arriva solo fino ad un certo punto. Ci siamo dunque immerse in un ambiente nuovo, tranquillo e allo stesso tempo estremamente interessante, caratterizzato dall’incontro tra le persone e tra le culture. Culture provenienti da ogni parte del mondo, tutte intente ad apprendere il piú possibile strumenti e nozioni per cercare di capire un po’ di piú la cultura mozambica e africana che ci vive attorno.
Abbiamo cosí assistito a delle lezioni frontali interessantissime, di un’intesitá culturale e umana davvero altissima. Con tutta la nostra attenzione abbiamo cercato di capire la cultura africana, il suo amore per la vita, il concetto di morte, l’importanza delle relazioni tra le persone e del culto dei propri antenati.
Le differenze e le sfumature da approfondire sono infinite e proprio per questo a noi, stranieri, arrivati qui per una breve sosta é chiesto di avere quattro occhi, quattro orecchie e una bocca piccola piccola, per imparare ad osservare e ad ascoltare attentamente prima che di parlare inutilmente.

Il popolo Mozambicano, fin dall’arrivo del portoghese Vasco da Gama é stato definito come un popolo di “Boa Gente”, questo si traduce nella grande capacitá di accoglienza e ospitalitá nei confronti degli stranieri. Una capacitá e un valore che forse le nostre societá hanno perso da qualche decennio. Le nostre sicurezze e il nostro benessere ci fanno assumere un atteggiamento di difesa e di diffidenza nei confronti dello straniero che é visto come colui che potrebbe arrivare e rovinare l’armonia, l’ordine e l’agiatezza della nostra cultura. Lo straniero é identificato come colui che porta un cambiamento negativo e pericoloso all’interno delle nostre societá perfette e complete.
Viceversa nella terra della “Boa Gente”, nella societá imperfetta e incompleta come noi abitualmente giudichiamo quella africana, lo straniero é visto prima di tutto come un arricchimento, come un elemento nuovo e positivo dal quale tutti possono imparare, per questo innanzittutto deve essere accolto.
Pertanto questa settimana é stata una nuova esperienza, una nuova scoperta di questa meravigliosa e intricata societá africana.

A te logo
AB

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12/05/11

 

“A manha”: tempo determinato all’infinito

L’Africa, il Mozambico, chiedono prima di tutto pazienza, un’infinita pazienza, il saper attendere e sperare (senza disperare) che le cose con un ritmo lento e assonnato si possano risolvere, non avere fretta e confidare nella Boa Sorte!!!

É questo l’insegnamento che traimo dalla vicenda legata alle peripezie della nostra nuova e fiammente Tata Xenon che é stata parcheggiata per ben tre settimane nel garage della missione in attesa che il meccanico tornasse da Maputo dopo quasi due settimane alla ricerca dei pezzi di ricambio.

Se sei fortunato qui é possibile risolvere un problema in poco tempo: 2-3 giorni e nei casi piú disperati (come il nostro), settimane o addiritura mesi.
Da qualche tempo infatti la Tata ha avuto un grave problema al disco della frizione, cerchiamo prontamente un meccanico a Inhassoro, ma dopo una breve valutazione piuttosto che rischiare di peggiorare la situazione preferiamo attendere e cercare qualcuno di piú esperto. Chiediamo consigli e sembra che a Vilanculo, a 80 km da Inhassoro, ci sia uno dei migliori meccanici del Mozambico, un certo Senhor Alexander, lo chiamiamo e dopo tre giorni arriva all’imporvviso, smonta il disco della frizione e si offre, per la modica cifra di 30 euro, di andare a recuperare i pezzi di ricambio a Maputo (dove c’é l’unica officina Tata che possa fornici i pezzi). Naturalmente, dato che non ci sono altre migliori opzioni possibili accettiamo l’accordo e attendiamo il suo ritorno.

Risultato: per piú di una settimana abbiamo aspettato il ritorno del meccanico perduto. I pezzi di ricambio sono stati pagati da noi via trasferimento bancario e l’officina della Tata ci assicurava che una persona era passata a ritirarli. Le comunicazioni tra noi e il meccanico si interrompono, passa Pasqua e ancora non abbiamo notizie.
Ci convinciamo sempre piú che il meccanico stia passando il week end nella movida della capitale.

Finalemnte peró con grande gioia riusciamo a chiamarlo e scopriamo la seguente storia, della quale la “vera” veritá non ci é chiaramente data a sapere.

Il nostro Alexander decide di inviare suo fratello Jorge a recuperare i pezzi a Maputo, nel frattempo suo fratello viene rapinato di soldi, documenti e telefono nel pulmino che lo trasportava e per questo non era possibile sapere cosa stesse succedendo. Preso dal panico allora anche Alexander decide di partire per Maputo alla ricerca di suo fratello. L’ultima notizia ci conferma che quando Alexander ha trovato suo fratello, era in attesa di testimoniare al tribunale di Maputo contro i rapinatori e che “a manha” o il prima possibile sarebbero ritronati a Inhassoro per terminare il lavoro.

Questa puó sembrare una storia complessa e complicata dove non si sa dove inizi la veritá e dove la finzione, ma vi possiamo assicurare che in realtá si tratta di una prassi comune per cercare di risolvere qualsiasi problema.

“A manha” tempo determinato nell’infinito, basta aspettare che arrivi!!! Boa Sorte!!!

AB

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